Espressione e confronto di idee

Immigrazione e territorio

Diritti umani in Italia

L’incontro è stato molto importante.

Vannino Chiti non è venuto, per cause di salute.

Dopo un saluto dell’Assessora Cristina Becchi e l’introduzione di Andrea Banchi, organizzatore della serata, ha parlato a lungo Severino Saccardi, richiamando i tanti elementi presenti nel numero della rivista Testimonianze, molto denso di informazioni, opinioni, indirizzi di nuovi percorsi sul vasto tema dei Diritti Umani.

E rispondendo anche a qualche sollecitazione dei presenti ha spaziato su molti argomenti, richiamando quel che maestri e pensatori da lui frequentati hanno elaborato sul tema.

Ci ha fatto pensare parecchio; ragionare sui Diritti è centrale nelle nostre vite e nello sviluppo mondo attuale e futuro. Ha messo la voglia a tanti di approfondire l’argomento e le tante copie della rivista che ci aveva portato si sono in breve esaurite. Peccato non aver registrato l’intervento.

Presenti tante persone (quasi tutti anziani), ma non abbastanza secondo me, visto l’argomento trattato e la qualità della discussione.  Certo sono argomenti complessi, è stato un po’ faticoso seguire tutte le suggestioni fornite da Saccardi. Ma penso che chi è venuto qualcosa ci ha guadagnato e chi non è venuto ha perso una buona occasione.

Forse è uno spreco per Borgo San Lorenzo proporre eventi del genere. Non per me.

Foto della serata:

Quel che ho cercato di dire nel mio intervento :

Quando è stata fatta la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani qualcosa di me c’era già, anche se di questo non mi ricordo tanto.

Mi ricordo invece che da ragazzo ero piuttosto convinto dell’ineluttabilità del progresso dei diritti nel mondo: prima si affermerano democrazia e uguaglianza in Italia e negli altri paesi, occidentali e dell’est, (con realizzazione dell’Europa unita), poi queste si estenderanno anche al ‘terzo mondo’ e si realizzerà una sorta di governo planetario, con grande parità di diritti fra gli esseri umani; il terzo passo sarà l’estensione dei diritti agli animali e probabilmente alle piante.

Qualche barlume di questo ingenuo programma mi è rimasto in testa … per quel che costa me lo tengo.

Per ora tanti passi in questo percorso si son fatti, due avanti e uno indietro; ora stiamo facendo quello indietro e un brivido ci corre dietro la schiena: gli basterà un passo solo, abbiamo già superato la soglia di guardia, che cosa diranno di noi fra 70 anni?

Guardiamo che cosa sta succedendo in Italia sul fronte dei diritti umani. Non fidandomi più del mio discernimento, sicuramente anestetizzato da TV e da social vari, mi affido a chi molto probabilmente è in condizione di procedere a un monitoraggio oggettivo.

In occasione dell’incontro sulla Dichiarazione Universale dei Diritti Umani con Testimonianze ho fatto un ricerca in rete per riesumare qualche barlume di memoria su questo tema del recente passato. Constatando ancor una volta come le notizie passano in fretta (specialmente quelle di questo tipo, spazzate via dal fuoco di sbarramento della propaganda) ho trovato qualcosa dei recenti rapporti di Amnesty, della Dichiarazione del Commissario ONU, delle pagelle dell’Università di Padova e dell’Istituto S. Anna sul rispetto in Italia dei Diritti Umani.

Copio qui sotto quello che ho trovato.

Il rapporto Amnesty 2017/2018 Europa/Asia per l’Italia

L’Italia ha collaborato con autorità e attori non statali libici per limitare la migrazione irregolare attraverso il Mediterraneo centrale. Di conseguenza, rifugiati e migranti sono stati sbarcati e sono rimasti intrappolati in Libia, dove hanno subìto violazioni dei diritti umani e abusi.

I rom hanno continuato a essere sgomberati con la forza e segregati in campi dove le condizioni di vita erano al di sotto degli standard minimi. La Commissione europea non è riuscita a intraprendere azioni decisive contro l’Italia per la discriminazione contro i rom nell’accesso a un alloggio adeguato.

È stato introdotto il reato di tortura ma la nuova legge non ha soddisfatto tutti i requisiti richiesti dalla Convenzione contro la tortura.

https://www.amnesty.it/rapporti-annuali/rapporto-annuale-2017-2018/europa/italia/

Rapporto Annuale di Amnesty International – Diritti umani nel mondo: il bilancio del 2018 – Situazione dell’Italia

I dati, con qualche luce e molte ombre, sullo stato dei diritti umani nel mondo, sono stati forniti dal rapporto annuale di Amnesty International, e quello sull’Italia in particolare è un vero e proprio j’accuse.

“Il nuovo governo– si legge nel Rapporto – si è subito distinto per una gestione repressiva del fenomeno migratorio. Le autorità hanno ostacolato e continuano a ostacolare lo sbarco di centinaia di persone salvate in mare, infliggendo loro ulteriori sofferenze e minando il funzionamento complessivo del sistema di ricerca e salvataggio marittimo”.
E a proposito del DL sicurezza, per Amnesty contiene misure “che erodono gravemente i diritti umani e avranno l’effetto di fare aumentare il numero di persone in stato di irregolarità presenti in Italia”.

Altro fenomeno additato dall’associazione, i cui riferimenti appaiono più che chiari, “il massiccio ricorso da parte di alcuni candidati e partiti politici a stereotipi e linguaggio razzista e xenofobo per veicolare sentimenti populisti”.
Del resto è la stessa Amnesty a denunciare un aumento dell’intolleranza in Europa e in Asia, “in un contesto di progressivo restringimento degli spazi di libertà per la società civile”.

Anche l’antisemitismo sta crescendo nel loro Paese: arriva all’81% (+14% rispetto al 2012).

La commissaria ONU per i Diritti umani: Bachelet accusa l’Italia e vuole mandare ispettori.

La neo commissaria Onu per i diritti umani , Michelle Bachelet, ha dichiarato nel suo primo discorso in Consiglio Ginevra, che in Italia stanno dilagando fenomeni di violenza e razzismo e le Nazioni Unite sono pronte a inviare un team per farvi fronte: per valutare ”il forte incremento segnalato di atti di violenza e razzismo contro migranti, persone di discendenza africana e Rom”.
”L’Unione Europea – ha detto Bachelet – dovrebbe essere incoraggiata a istituire una ricerca umanitaria dedicata e operazioni di salvataggio per le persone che attraversano il Mediterraneo e ad assicurare che l’accesso all’asilo e alla protezione dei diritti umani nell’Unione sia garantito”.
”Il governo italiano – ha proseguito – ha negato l’ingresso alle navi di soccorso delle Ong. Questo tipo di atteggiamento politico e altri sviluppi recenti hanno conseguenze devastanti per molte persone già vulnerabili. Sebbene il numero di migranti che attraversano il Mediterraneo sia diminuito, il tasso di mortalità per coloro che hanno compiuto questa traversata insidiosa è stato nei primi sei mesi dell’anno ancora più alto di prima”.
Bachelet ha anche accolto con favore il riconoscimento della Commissione europea del fatto che la Libia non sia un ”luogo sicuro per il ritorno” dei migranti. ”I migranti in Libia – ha concluso – continuano a essere esposti a uccisioni illegali, privazione della libertà, torture, violenze sessuali, lavoro forzato, estorsione e sfruttamento da parte di attori statali e non statali, in totale impunità, ed è indegno per qualsiasi Stato inviare intenzionalmente uomini, donne e bambini in quel Paese costringendoli a far fronte a tali rischi”.

https://www.onuitalia.com/2018/09/11/diritti-umani-bachelet-accusa-litalia-e-vuole-mandare-ispettori-onu-insorgono-salvini-e-farnesina/

 

Diritti umani in Italia: la pagella dell’Università di Padova

Gestione dei flussi migratori, violenza sulle donne, sovraffollamento. Sono alcuni dei temi passati al setaccio dal centro diritti umani dell’Università di Padova nell’Annuario diritti umani 2018, che individua carenze e violazioni su questo tema da parte dell’Italia. «Si assiste a politiche regressive sul fronte dei diritti umani»

Violazione dei diritti umani: il tema dei profughi

Il tema dei profughi e richiedenti asilo è caldo e ostico per l’attuazione dei diritti umani in Italia. Tanto che nell’Annuario si riporta la lettera scritta nel’ottobre 2017 dal Commissario del Consiglio d’Europa indirizzata all’allora ministro dell’Interno Marco Minniti riguardo alle operazioni marittime dell’Italia nelle acque territoriali della Libia per la gestione dei flussi migratoria.

Entrando nel dettaglio, il Commissario, dopo aver notato che consegnare i migranti alle autorità libiche potrebbe sottoporli a un rischio reale di tortura o trattamenti o pene inumane o degradanti, invita il Governo italiano a chiarire il tipo di aiuto che prevede di fornire alle autorità libiche nelle acque territoriali della Libia e le forme di tutela messe in atto per evitare rischi per le persone intercettate o soccorse da navi italiane in acque libiche. Il Commissario richiede anche informazioni relative alle misure tese a garantire che le operazioni di ricerca e soccorso nel Mediterraneo, incluse quelle condotte da attori non-governativi, continuino ad essere effettuate in modo efficace e sicuro.

https://www.osservatoriodiritti.it/2018/12/10/diritti-umani-in-italia-studiare-violazioni/

 

Diritti umani in Italia: violazione e tutela all’esame del Sant’Anna

Il report della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa affronta il tema della tutela e della violazione dei diritti umani in Italia concentrandosi su cinque aspetti: migrazione, donne, violenza di genere, tratta di esseri umani, razzismo

Diritti umani in italia: il tema della migrazione

Il primo capitolo del report è una sorta foto statica, scattata prima del 2018, del macro tema della migrazione in Italia. Nel rapporto si parla di oltre 5 milioni di stranieri regolarmente soggiornanti in Italia, l’8,2% della popolazione, per lo più provenienti da Romania, Albania, Marocco, Cina e Ucraina. E si parla di una stima di 670 mila stranieri irregolari.

Secondo i dati riportati nello studio, i migranti arrivati in Italia nel 2015 sono stati 153 mila, aumentati a oltre 181 mila nel 2016, ma diminuiti a poco più di 119 mila nel 2017. Partendo da questo quadro numerico, il report passa in rassegna alcuni punti critici della macro-area relativa alla migrazione.

Migranti e lavoro alla prova dei diritti umani in Italia

Riguardo al soggiorno in Italia, questo segue, dal 1986 – riporta il report – la regola per cui è necessario essere sponsorizzati da un datore di lavoro residente in Italia. La possibilità di entrare in Italia per trovare lavoro, infatti, è esclusa, in quanto la legge non prevede la possibilità di convertire un permesso di soggiorno per ragioni di turismo in uno per motivi di lavoro. Di conseguenza, chiunque resti in Italia dopo la scadenza individuata nel visto sarà considerato irregolarmente residente. Di fronte a questo quadro giuridico, si è assistito all’aumento degli stranieri irregolari nel nostro paese, che entrano con un visto per soggiorni brevi e si trattengono, magari lavorando senza un contratto, in attesa di una regolarizzazione.

C’è poi il capitolo quote di ingresso. Secondo la legge sugli stranieri, il governo deve redigere un documento di pianificazione politica triennale che fissa le quote annuali per l’ingresso di stranieri a fini lavorativi. L’ultimo documento di pianificazione italiano risale al 2005. Una carenza che trova la sua giustificazione nella situazione economica nazionale: la riduzione generale della domanda di lavoro avrebbe reso impossibile definire flussi migratori su un periodo di tre anni.

La tutela dei diritti umani dei richiedenti asilo

Un capitolo a parte merita lo status di rifugiato. La Costituzione italiana riconosce il diritto alla protezione non solo a chi è stato perseguitato individualmente, ma anche agli stranieri che fuggono dal loro paese per salvare le loro vite, sfuggire alla guerra, disordini civili o coloro che sono impediti dall’esercizio delle libertà democratiche riconosciute dalla stessa Costituzione. Tuttavia, rileva il report:

«Una legge nazionale in materia di asilo non è mai stata attuata. Il quadro giuridico è ora cambiato grazie all’implementazione delle direttive Ue in materia di asilo che hanno costretto l’Italia a stabilire un sistema organico di asilo, adottando legislazioni sullo status di rifugiato e protezione sussidiaria, condizioni di accoglienza e procedure per la concessione internazionale di protezione».

Da qui il terreno impervio del Regolamento di Dublino. Secondo l’articolo 7 il richiedente è autorizzato a rimanere in Italia in ogni fase della procedura e il trasferimento da un paese all’altro si basa sul presupposto che tutti i paesi europei possano essere considerati sicuri per i richiedenti asilo.

«Questo – si legge nel report – è in contrasto con la realtà, poiché i sistemi di asilo sono diversi, anche tra i paesi dell’Ue. Inoltre, ogni Stato membro ha sistemi di welfare diversi e diversi mercati del lavoro e così uno Stato membro può essere molto più attraente di un altro. Il risultato è che il sistema di Dublino si è dimostrato inefficace».

Le difficoltà nell’attuazione dei trasferimenti sono esacerbate, inoltre, dai numerosi tentativi di aggirare l’identificazione all’arrivo in alcuni Stati membri. Senza un’identificazione corretta dei candidati al loro arrivo, è quasi impossibile dimostrare lo Stato di primo ingresso in cui deve essere presentata la domanda di protezione.

Mentre questa soluzione ha permesso alle persone di raggiungere le destinazioni desiderate, ha minato in modo significativo il principio di fiducia reciproca tra gli Stati membri nell’attuazione degli obblighi derivanti dall’Ue. Per questo motivo, i centri hotspot sono stati aperti in Italia e in Grecia, sotto la pressione delle istituzioni dell’Ue.

L’analisi evidenzia in linea generale, quindi, un livello soddisfacente di conformità delle legislazioni in vigore in Italia con gli impegni Osce in merito alla migrazione. Ma l’applicazione pratica delle leggi è più debole a livello locale. È per questo che nel report si indica la necessità per il governo italiano di adottare un Piano nazionale migrazione, ma anche di consentire la partecipazione degli stranieri alla vita pubblica, garantire procedure di asilo efficaci e l’accesso alla giustizia contro la negazione della protezione internazionale tra cui assistenza legale effettiva, parità di trattamento nelle procedure giudiziarie e diritto a un processo equo.

Tratta: le autorità di fronte ai diritti umani violati in Italia

Il report mette in evidenza, nel terzo capitolo, il ruolo delle autorità italiane riguardo la tratta di esseri umani. «La posizione geografica dell’Italia nel centro del Mediterraneo e la costa estesa per oltre 8 mila chilometri contribuiscono a rendere il nostro paese un punto di transito e di destinazione rilevante per migranti e richiedenti asilo che vogliono raggiungere le coste europee. L’aumento del numero di arrivi via mare di migranti irregolari e richiedenti asilo ha portato al conseguente aumento delle vittime della tratta di esseri umani nel paese».

Per esempio, l’International Organization for Migration stima approssimativamente che l’80% delle 11.009 donne nigeriane arrivate in Italia nel 2016 sono probabilmente vittime della tratta di esseri umani. Il numero delle vittime è raddoppiato rispetto all’anno precedente.

Inoltre, secondo il Centro europeo per il contrabbando di migranti dell’Agenzia dell’Unione europea per la cooperazione nell’applicazione della legge, circa il 25% dei contrabbandieri che trasportano persone attraverso i confini verso i paesi europei sono collegati con la tratta di esseri umani.

Le forme più comuni di sfruttamento per le vittime della tratta di esseri umani in Italia sono lo sfruttamento sessuale e lavorativo. Come riportato dall’Europol, l’Italia è una delle destinazioni più comuni per le vittime della tratta riguardo lo sfruttamento sessuale e lavorativo in Europa. Quest’ultima forma di sfruttamento si verifica soprattutto nei settori manifatturiero, dei servizi e impianti di lavorazione della carne e in agricoltura.

Per quanto riguarda quest’ultimo settore, l’Osservatorio Placido Rizzotto afferma che ci sono 80 aree in Italia in cui forme di serio sfruttamento del lavoro agricolo sono state rilevate. Si stima che tra 400 mila e 430 mila lavoratori agricoli sono potenzialmente soggetti a varie forme di illeciti, di cui 100 mila considerati in una grave condizione di sfruttamento e vulnerabilità. Le catene di approvvigionamento nel settore agricolo in Italia sono solitamente complesse e spesso caratterizzati dall’infiltrazione di organizzazioni criminali di stampo mafioso.

Altri sviluppi legislativi rilevanti sono stati recentemente realizzati nell’area di minori migranti non accompagnati (leggi Bambini: i diritti negati di infanzia e adolescenza). I Muam sono particolarmente a rischio di diventare vittime di tratta e sfruttamento una volta in Italia. Secondo i dati del ministero dell’Interno, i minori non accompagnati costituiscono una parte rilevante dei flussi migratori verso l’Italia. Sono 25.846 i minori non accompagnati arrivati nel 2016, 15.731 nel 2017 e 1.116 tra il 1° gennaio e il 19 aprile 2018. In questo contesto si evidenzia un aumento del numero di bambini nigeriani e rumeni costretti alla prostituzione di strada, altri bambini egiziani e bengalesi vittime di sfruttamento lavorativo o coinvolti in attività delinquenziali, come lo spaccio di droga e prostituzione.

È in questa cornice difficile che, negli ultimi due decenni, l’Italia ha sviluppato e messo a punto una legislazione avanzata per combattere la tratta. In particolare, l’articolo 18 del decreto legislativo 28/98 è stato il primo atto legislativo in Europa mirato a combattere la tratta di persone e garantire la protezione delle vittime. Questa disposizione, che è internazionalmente riconosciuta come un modello nel campo protezione delle vittime, prevede la concessione di un permesso di soggiorno speciale a vittime della tratta per garantire loro la protezione sociale.

La disposizione afferma che il permesso di soggiorno può essere rilasciato alla vittima della tratta sulla base di due procedure: il percorso giudiziario, per quelle vittime che vogliono cooperare con le autorità portando accuse contro i trafficanti e sfruttatori, e il percorso sociale, in cui le vittime non vogliono riferire alle autorità, ma sono comunque in una situazione di pericolo. I programmi sono per lo più gestiti da organizzazioni non governative locali (ong) o servizi sociali. Pertanto, la legislazione italiana riconosce l’importante ruolo svolto dalle ong nella protezione delle vittime e nella promozione della loro riabilitazione e reintegrazione nella società.

https://www.osservatoriodiritti.it/2018/10/19/diritti-umani-in-italia-violazione-tutela/

 

 

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Vasco Teodori
Member

Ho un po’ paura che il sistema “Bachelet-manda-ispettori” (che forse manco conosce la realtà italiana) sia ridicolo (nel senso stretto).

Io non mi affiderei mai (a priori) a chi “tiene monitoraggio oggettivo”.
….
La prima “paura” (espressa sopra) va a braccetto con la sensazione generale di vedere “molti concentrati” su temi specifici, bellissimi e importanti, ma astratti, per essere considerati attuali, in un contesto che appunto richiederebbe azione, in parte disobbediente.

Tra di noi, non servirebbe “la Bachelet”… ne parliamo, per non muovere gli arti e prendere strade concrete, a partire dall’autodeterminazione di base (mangiare, alloggiare, guadagnare …QUA)

Vasco Teodori
Member

Mi riallaccio al “sogno” di Carlo (e non solo). E’ la condizione umana, quella di avere un ideale da adattare ad una realtà. Il problema è che gli ultimi 70 anni hanno visto svariati tentativi del contrario: adattare la realtà ai sogni 😉 … un delirio (per me). …La forbice Capitalismo-Comunismo (Socialismo)…. – derive nazionalsocialiste… ha già rappresentato l’isteria collettiva di tentare di risolvere la distanza sogni-realtà. … In un mio articolo parlo degli stati che non hanno mentito ai propri cittadini, e hanno intrapreso la strada “capitalista” con controllo e direzione. Altrove riporto di una nuova “onda di sinistra”,… Leggi il resto »

Vasco Teodori
Member

scusate, mi piace riportare la metafora della Germania, che in un quindicennio (1918-1933 e mossa da miseria) è riuscita a ricoprire la gamma intera delle “grandi ideologie”, con un Presidente (von Hindenburg) che si affidava a monitoraggi esterni, mentre era perso tra confortevoli salotti…
Dalla Repubblica di Weimar a Hitler: la grande ideologia tedesca (si potrebbe titolare…)